Quella appena trascorsa è stata sicuramente una nottata singolare per Avola.
La città esagonale, che si estende sulla costa a sud di Siracusa, in un fazzoletto di terra compreso tra il Mar Ionio e i Monti Iblei, ha infatti vissuto una notte al tempo stesso esaltante e tragica.
Dopo il consueto brindisi di mezzanotte la gente ha iniziato a riversarsi in strada. La città cominciava ad animarsi quando dal cielo principiava a scendere un po’ di pioggia, intanto la temperatura era insolitamente bassa per una città situata a 40 metri sul livello del mare.
Così tra un brindisi e un augurio di felice anno nuovo gli Avolesi hanno iniziato a rendersi conto che la pioggia si stava trasformando in nevischio. Dopo qualche minuto è arrivata la neve vera e propria che ha reso incantata l’atmosfera della notte di San Silvestro.
L’evento che non si verificava in città dal lontano 1986 ha regalato a tutti quelli che avevano deciso di trascorrere la serata in giro per la città momenti di pura magia, tanto che in molti si sono spinti su per i tornanti che portano verso Avola antica per godere appieno dello spettacolo.



L’entusiasmo della nevicata di Capodanno è durato però fino alle prime luci dell’alba quando ci si è resi conto che il forte vento e le mareggiate si erano portati via l’arco della tonnara. La struttura che si può considerare il primo edificio costruito sulla costa dell’odierna Avola (antecedente allo spostamento dall’altipiano della città a seguito del terremoto del 1693) ha lavorato sino agli anni Cinquanta prima di essere abbandonata.
Durante tutti questi anni c’è stato un costante e acceso dibattito in merito ai progetti che riguardavano il recupero e la riqualificazione dell’edifico che è di proprietà privata; ciò non toglie le responsabilità delle istituzioni e delle amministrazioni che si sono susseguite.
Sono decenni che si parla di porto turistico e riqualificazione dell’area, forse se parte di quello che la politica ha promesso in questi anni fosse stato realizzato adesso Avola sarebbe una città completamente differente… e forse ci sarebbe ancora l’arco della Tonnara.
