Vediamo come preparare gli Arancini siciliani seguendo la ricetta originale siciliana, che li vuole farciti di riso, burro, ragù di carne e dadini di formaggio (o mozzarella).
Gli Arancini (o le Arancine, che dir si voglia) sono il prodotto più famoso della rosticceria siciliana e l’esempio più eclatante delle delizie che può offrire lo Street food palermitano e catanese.
Arancino siciliano: il re della rosticceria Made in Sicily
L’Arancino (o Arancina) è una specialità siciliana ormai conosciuta in tutto il mondo. Diffuso in tutta la regione, assume nomi diversi a seconda della città o della zona in cui ci si trova.
A Palermo viene chiamata Arancina; a Catania rigorosamente Arancino. Ma non lasciamoci trascinare nella decennale (e irrisolta) diatriba “Arancino o Arancina?“… e scopriamo qualcosa in più sull’origine di questa gustosa pietanza siciliana.
L’ideazione della ricetta degli Arancini siciliani pare sia legata al periodo della dominazione araba, quando era usanza comune la consumazione di riso insaporito con dello zafferano e della carne.
Oggi gli Arancini più tradizionali vengono preparati con il ragù, i piselli e il formaggio a dadini. Le “palle” di riso, ripiene e impanate, vengono poi fritte in olio bollente.
L’Arancino è un grande classico della rosticceria siciliana. Oltre a quelli al ragù, gli Arancini vengono preparati in numerose varianti: al burro, con gli spinaci, alle melanzane, al pistacchio di Bronte e perfino al nero di sappia.
Arancini siciliani al ragù di carne con piselli e formaggio
La ricetta classica, la più amata dai tradizionalisti, però, è quella degli Arancini al ragù di carne, con piselli e formaggio. Scopriamo come preparare i deliziosi Arancini siciliani al ragù in casa.
Ingredienti
Per gli Arancini:
- 1 Kg di riso bianco
- 400 ml passata di pomodoro
- 160 gr di piselli
- 60 gr di burro
- 1 cipolla
- 200 gr di carne macinata
- 100 ml di vino rosso
- 500 gr di pangrattato
- 200 di formaggio a pezzi
- 2 uova
- 2 bustine di zafferano
- Sale q.b.
- Olio extra vergine di oliva q.b.
Per la frittura:
- Olio di semi di girasole q.b.
Preparazione
In una pentola dai bordi alti lessare il riso in abbondante acqua salata (circa 3 litri).
In 50 ml d’acqua sciogliere a temperatura ambiente lo zafferano e aggiungerlo al riso a cottura ultimata.
Unire il burro a pezzetti e mescolare.
Disporre il riso in un vassoio ricoperto dalla pellicola trasparente e far raffreddare per un paio d’ore.
In una casseruola, tagliare finemente la cipolla e farla rosolare in padella con un filo d’olio extra vergine di oliva.
Unire la carne macinata e far cuocere per qualche minuto.
Sfumare con il vino rosso, aggiungere i piselli e la passata di pomodoro.
Salare il tutto e cuocere a fiamma dolce per circa 20 minuti.
Su un tagliere da cucina tagliare il formaggio a cubetti e in una ciotola sbattere le uova.
Bagnarsi le mani con dell’acqua fredda e prelevare un po’ di riso: a questo punto è arrivato il momento di formare con le mani tante palline di riso.
Fare un buco al centro in modo da poter inserire il ragù e il formaggio e chiudere con dell’altro riso.
Modellare l’Arancino dandogli la tipica forma appuntita o rotonda a seconda dei gusti. Passarlo dapprima nel pangrattato, poi nell’uovo sbattuto e nuovamente nel pangrattato. Infine, friggere ogni Arancino in abbondante olio caldo.
Per ottenere una cottura ottimale, l’olio della frittura deve essere portato a circa 170-180°C. Il mio consiglio è di friggere uno o al massimo due Arancini alla volta, in modo da non abbassare la temperatura dell’olio.
Continuare a seguire questo procedimento finché tutti gli Arancini siciliani non saranno pronti. Disporre gli Arancini, dorati e croccanti, in un vassoio ricoperto da carta assorbente, per rimuovere l’olio in eccesso.
Servire gli Arancini caldi o tiepidi, a seconda delle preferenze.
La ricetta dell’Arancino ha origini molto antiche.
Ai tempi della dominazione araba in Sicilia era consueto consumare durante i banchetti del riso aromatizzato allo zafferano condito con carne e verdure.
Una svolta nella preparazione della ricetta la si deve al sovrano Federico II che, amando alla follia questa pietanza ereditata dai Mori, chiese che gli venisse preparata una “versione da asporto”. In questo modo il sovrano poteva consumare uno dei suoi piatti preferiti anche quando era impegnato nelle battute di caccia. E’ in questo periodo che l’Arancino assume una forma più tondeggiante e compatta, che lo rese facile da trasportare.
Nel corso del tempo la ricetta è stata perfezionata secondo il gusto siciliano, con l’aggiunta della croccante panatura e del pomodoro.
Arancini o Arancine? Un’isola divisa
E’ maschile o femminile? Si dice Arancini o Arancine? L’isola è divisa e la diatriba linguistica sul nome corretto di queste specialità siciliane è tuttora irrisolta.
Nella Sicilia occidentale la forma è rotonda e si chiamano Arancine. Ebbene sì, l’Arancina è fimmina!
Nella Sicilia orientale, con l’eccezione di alcune zone del ragusano e del siracusano, gli Arancini sono chiamati con il sostantivo maschile. Qui la forma può essere sia rotonda che a punta. La forma degli Arancini a punta, pare, possa essere stata ispirata dalla figura dell’Etna.
In realtà neanche l’Accademia della Crusca è giunta ad una soluzione definitiva ed incontestabile dell’arcano dilemma.
Sembrerebbe chiara l’analogia dell’Arancino con il frutto di cui richiama il nome, l’arancia. Si potrebbe, quindi, ipotizzare che il genere corretto sia quello al femminile (Arancina, cioè “piccola arancia“) se non fosse noto che, nel dialetto siciliano, ci si riferisce al frutto dell’arancio anche con il termine “aranciu“, che in Italiano regionale diventa “arancio“. Seguendo questo ragionamento, anche il nome al maschile (Arancino, cioè “piccolo arancio”) sarebbe corretto.
A chi vi chiede se l’Arancino sia “masculo” o “fimmina”, rispondete che è corretto utilizzare entrambe le versioni. Arancino e Arancina sono, semplicemente, varianti diatopiche del medesimo termine: un nome che cambia, cioè, a seconda del luogo o della zona geografica in cui ci si trova.