Volete esplorare Messina a piedi in una giornata? Se avete poco tempo a disposizione, potete seguire questo itinerario completo di 1 giorno per visitare Messina senza perdere nulla.
Messina si erge nella punta nord orientale della Sicilia, sul celebre “stretto” che dalla città prende il nome.
Se state organizzando un viaggio in Sicilia partendo dalla zona settentrionale, una delle tappe obbligate, in particolar modo se arrivate in Sicilia via mare dalla Calabria, è Messina.
Chi si appresta a fare un tour della Sicilia alla scoperta della storia, della cultura e delle bellezze della meravigliosa isola italiana, non può di certo non passare per Messina e trascorrervi almeno una intera giornata.
Itinerario: Messina in 1 giorno a piedi in 11 tappe
- Piazza Duomo e Duomo di Messina
- Orologio astronomico di Messina
- Fontana di Orione
- Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani
- Chiesa Santa Maria degli Alemanni
- Palazzo Zanca
- Monte di Pietà
- Galleria Vittorio Emanuele III
- Teatro Vittorio Emanuele II
- Madonnina del Porto
- Fontana del Nettuno
Visitare Messina: la città siciliana dello “stretto”
Antica (nonché prima) colonia greca in Sicilia, Messina era un tempo denominata Zancle (dal greco Ζὰγκλης – a indicare una forma ricurva). Successivamente venne ribattezzata Messana, a partire dalla conquista romana in seguito alla Prima guerra punica.
Dopo la caduta del Sacro Romano Impero, l’egemonia bizantina la ribattezzò Messina.
La città siciliana, nel corso dei secoli, fu teatro di numerose ed importanti vicende storiche, come la rivolta antispagnola del 1673 (durante la quale perse la propria autonomia) e l’insurrezione siciliana del 1848, oltre a una terribile calamità naturale che si verificò nel 1908 e che portò morte, dolore e distruzione. Il terremoto del 28 Dicembre 1908 colpì Messina intorno alle ore 05:21 e nel giro di 37 secondi portò alla distruzione dell’intero centro abitato.
Ricostruito nel corso degli anni successivi, l’intero centro storico di Messina è tornato a un nuovo splendore. La città divenne culla di arti e culture nonché crogiolo di razze, tradizioni e religioni.
Popoli di diverse etnie e provenienze trovarono una nuova dimora o un sicuro luogo di approdo a Messina, regalando alla città una straordinaria commistione di culture. Le singole identità convivevano senza conflitti o rivalità, anzi si mescolavano arricchendo la vita culturale, le arti, le tradizioni e persino la gastronomia messinese.
Itinerario completo per visitare Messina in 1 giorno
Passeggiando per il centro storico di Messina si possono vedere tutte le principali attrazioni della città. Esplorare Messina a piedi è piacevole e divertente, sia per gli adulti che per i bambini.
E voi siete curiosi di conoscere Messina? Seguite questo itinerario di 1 giorno a Messina e scoprirete i luoghi più belli della città e i suoi monumenti più importanti.
Ogni itinerario a Messina che si rispetti non può che partire dal “cuore” della città siciliana, Piazza Duomo.
1. Piazza Duomo e Duomo di Messina
Iniziamo la nostra visita di 1 giorno a Messina dall’edificio più importante e famoso della città siciliana: il Duomo, principale riferimento storico-artistico della città.
Ubicato nel centro storico di Messina, esattamente in Piazza Duomo, è intitolato a Santa Maria Assunta.
Il Duomo venne edificato durante il regno di Giustiniano. Sconsacrato dai musulmani e trasformato in moschea, l’edificio religioso messinese venne divinizzato nel 1197 alla presenza dell’arcivescovo Bernardo di Masio, dell’imperatore Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, e della moglie Costanza d’Altavilla.

Dal 1300 vennero attuate alcune modifiche che stravolsero l’originale richiamo normanno.
Totalmente demolito dalla violenza del sisma del 1908, il Duomo di Messina subì un importante rifacimento negli anni ’20 e questo riportò alla luce la bellezza primordiale e parte delle opere artistiche più antiche.


Pregevoli sono i mosaici e i monumenti funebri, tra cui quello di Guidotto de Tabiatis, arcivescovo di Messina nel XIV secolo, ed alcune statue di santi come il San Giovanni Battista di Antonello Gagini del 1525.
La struttura odierna del Duomo di Messina presenta una pianta a tre navate con transetto e tre absidi. Fermatevi qualche istante ad ammirare le finestre quattrocentesche e il bel portale attribuito a Polidoro da Caravaggio.
La facciata del Duomo di Messina ha sulla sommità una elegante merlatura. Il portale centrale è costituito da colonnine tortili con intrecci di motivi ornamentali e figure di santi.

Nell’architrave è raffigurato Cristo tra i quattro Evangelisti. Nella lunetta a sesto acuto è inserita una statua della Vergine col Bambino, sormontata da un vertice con un medaglione raffigurante l’Incoronazione della Vergine.
Ai lati della lunetta sono collocate le statuette di San Pietro e San Paolo apostoli. Nell’ordine superiore è presente l’Annunciazione. I pinnacoli spiccano con una coppia di angeli e sul vertice, al centro domina, la figura di Dio Padre Onnipotente. Le lunette dei portali laterali, invece, rappresentano San Placido e la Vergine Maria.
Grande importanza e prestigio è conferito all’organo custodito all’interno del Duomo di Messina, opera della ditta Tamburini di Crema del 1948: è il secondo più grande d’Italia dopo quello del Duomo di Milano, e il terzo in Europa, con 5 tastiere, 170 registri e 16.000 canne.
2. Orologio astronomico di Messina
Il campanile del Duomo di Messina riserva una sorpresa: non dimenticate di osservarlo attentamente durante il vostro itinerario in città. Danneggiato da un fulmine nel 1558 e successivamente ricostruito da Martino di Firenze, il campanile è alto 90 metri e presenta una base di circa 10 metri.
Sicuramente lo avrete notato, ma ci teniamo a sottolineare la presenza di un dettaglio sorprendente: il campanile del Duomo di Messina ha all’esterno il più grande ed il più complesso orologio meccanico astronomico del mondo, realizzato dai fratelli Ungerer, di Strasburgo, e inaugurato nel 1933.
A mezzogiorno, tutti i giorni della settimana, i vari automi di bronzo si muovono al suono dell’Ave Maria di Schubert per circa 12 minuti.
Le figure in azione richiamano gli scenari della Guerra del Vespro del 1282. Il Leone alla sommità, in bronzo dorato, rappresenta il popolo siciliano vittorioso su Carlo d’Angiò ed è il simbolo per eccellenza di forza e valenza nonché richiamo proprio alla città di Messina.
Al rintocco dell’orologio astronomico prestate molta attenzione e vedrete il leone che ruggisce per tre volte muovendo la coda.



Dina e Clarenza sono le eroine messinesi che aiutarono gli uomini a difendere la città. Dina cercò di bloccare il nemico con la forza delle pietre, Clarenza suonando le campane. Durante la scansione delle ore e dei quarti d’ora le due eroine si muovono.
Il gallo, tra le due statue femminili, rappresenta l’esercito franco-papale: simbolo emblematico del risveglio, il gallo, dopo il ruggito del leone, si muove battendo le ali.
Una colomba al suono dell’Ave Maria disegna un cerchio in volo e dalla rocca emerge la Chiesa di Montalto.
Secondo la tradizione la costruzione della chiesa avvenne per volontà della Madonna, che indicò dove doveva sorgere a fra’ Nicola per mezzo di una colomba. La Chiesa di Montalto ricorda il Colle della Caperrina, luogo della battaglia del 6 e 8 Agosto 1282, ultimo tentativo di Carlo d’Angiò di entrare in città dalle colline.
Non mancano scene bibliche dal Natale all’Epifania fino alla Santa Pasqua.
Il planetario rappresenta il sistema solare. Al centro il sole, circondato dai nove pianeti che ruotano attorno a esso.
La luna è collocata sopra il planetario ed è suddivisa in due emisferi – dorato e nero – a indicare le alterne fasi lunari.


I più attenti noteranno anche i due calendari, uno delle età e l’altro dei giorni della settimana.
Il primo calendario raffigura le alterne fasi della vita che culminano nell’immagine della morte.
Il secondo calendario raffigura i giorni della settimana, rappresentati da divinità pagane trasportate in trionfo su un carro trainato ognuno da un animale diverso.
Il carro cambia allo scoccare della mezzanotte, seguendo lo scorrere dei giorni della settimana.
- Lunedì: il carro è trainato da un cervo e guidato da Diana.
- Martedì: il carro è trainato da un cavallo e guidato da Marte.
- Mercoledì: il carro è trainato da una pantera e guidato da Mercurio.
- Giovedì: il carro è trainato da una chimera e guidato da Giove.
- Venerdì: il carro è trainato da una colomba e guidato da Venere.
- Sabato: il carro è trainato da una chimera e guidato da Saturno.
- Domenica: il carro è trainato da un cavallo e guidato da Apollo.
Nel calendario perpetuo, infine, sono segnati i giorni, i mesi e gli anni. Un angelo in marmo indica con una freccia il giorno in cui ci si trova.
3. Fontana di Orione
Senza spostarci da Piazza Duomo, ci fermiamo ad ammirare la Fontana di Orione, una fontana monumentale, sita appunto in Piazza Duomo a Messina.
La Fontana di Orione venne realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, intorno alla metà del XVI secolo.
Lo storico dell’arte Bernard Berenson la definì “la più bella fontana del Cinquecento europeo“.

Fu voluta e commissionata dal Senato messinese nel 1547 per scopi celebrativi.
La scelta del nome richiama Orione, fondatore della città di Messina, gigante nato da triplice paternità di Giove, Nettuno e Mercurio.
Per la realizzazione della Fontana di Orione, il Montorsoli spinse per l’utilizzo di marmi da Carrara, i più pregiati. La fontana presenta una struttura piramidale: in alto si trova Orione con ai piedi il suo cane, Sirio.
Al di sotto di Orione con il cane accoccolato ai piedi, si riconoscono quattro puttini che cavalcano delfini e, a seguire, più in basso, quattro naiadi e quattro tritoni. Poi una grande vasca dodecagonale con quattro statue raffiguranti i fiumi Nilo, Tevere, Ebro e Camaro con incisi dei distici latini. Otto sono, invece, i bassorilievi con rappresentazioni di miti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio sul vascone più in basso.
4. Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani
La tappa successiva dell’itinerario di 1 giorno a Messina è la Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani.
La Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani è una delle chiese più belle e antiche di Messina, originariamente chiamata Santa Maria di Castello a Mare, perché inserita dentro le mura della fortezza di Castellamare. Alcuni storici sostengono che la chiesa fu fondata intorno al XII-XIII secolo sulle rovine di un tempio di Nettuno.


In età aragonese fu Cappella reale e intorno al Quattrocento fu ceduta a ricchi mercanti catalani da Pietro d’Aragona, diventando sede della Confraternita dei mercanti catalani. Per tali ragioni prese il nome attuale di Santissima Annunziata dei Catalani.
La chiesa, a causa dei continui avvallamenti causati da terremoti e incendi, si trova oggi a oltre tre metri sotto il livello stradale.
La pianta richiama lo stile bizantino ed è divisa in tre navate con un’alta cupola centrale. Architettonicamente eclettica, è il connubio di più stili ma mantiene una sua personalità e originalità.
5. Chiesa Santa Maria degli Alemanni
La Chiesa Santa Maria degli Alemanni si trova in Via Sant’Elia. E’ uno degli edifici religiosi da vedere assolutamente a Messina insieme alla già citata Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani.
Costruita nel XIII secolo, la Chiesa Santa Maria degli Alemanni fu fondata dai Cavalieri Teutonici, ordine voluto a Messina da Federico II di Svevia.
Questa chiesa ha una caratteristica unica: è l’unico esempio di architettura gotica siciliana. E’ molto probabile, non essendo questo stile molto tipico e diffuso in Sicilia, che la Chiesa Santa Maria degli Alemanni di Messina fu costruita con l’aiuto di maestranze arrivate appositamente dal Nord Europa.
Particolarmente pregevoli sono i decori dei capitelli di età medievale, sui quali motivi floreali si alternano a figure antropomorfe ed esseri mostruosi scolpiti dalle mani sapienti di artigiani e maestranze.
L’itinerario di 1 giorno a Messina non finisce qui.
Abbiamo ancora tante cose da fare e vedere ma se iniziate a sentire un certo languorino, potete fare una piccola pausa e rifocillarvi con qualche prelibatezza tipica messinese. Adesso siamo pronti a ripartire con il nostro tour alla scoperta delle bellezze di Messina…
Tra gli edifici pubblici più notevoli di Messina vanno citati Palazzo Zanca e il Teatro Vittorio Emanuele II. Per comodità ci recheremo prima a Palazzo Zanca e, dopo una tappa al Monte di Pietà e una passeggiata sotto la Galleria Vittorio Emanuele III, ci sposteremo in direzione del bel teatro di Messina.
6. Palazzo Zanca
Il Palazzo Zanca è oggi la sede municipale di Messina. In stile neoclassico, Palazzo Zanca venne progettato da Antonio Zanca, da cui prese il nome.
Nella facciata sono presenti sculture legate alla simbologia cittadina e agli eventi più importanti vissuti dalla città: nel timpano noterete la Regina del Peloro, raffigurata con un tridente in mano fra due sirene, simbolo di una città fiorente dal punto di vista commerciale e mercantile.
Nel prospetto si trovano due bassorilievi raffiguranti Dina e Clarenza, le due eroine messinesi del Vespro Siciliano, che combatterono durante l’assedio di Messina da parte Carlo I d’Angiò, difendendo la loro città dagli odiati invasori.
All’interno di Palazzo Zanca sono conservate anche sculture e opere di pregio, come la tela dell’Ultima Cena di Alonso Rodriguez o un busto bronzeo raffigurante Antonello da Messina, opera del Bonfiglio.
7. Monte di Pietà
Altra tappa irrinunciabile durante il nostro itinerario a Messina è il Palazzo del Monte di Pietà. Questo elegante e raffinato edificio storico risale al XVIII secolo e venne costruito su progetto dell’architetto gesuita messinese Natale Masuccio.
Riconoscerete con facilità il bel palazzo grazie alla lapide in marmo con la scritta “Monte di Pietà” e al meraviglioso balcone in stile barocco.

Non perdetevi assolutamente la pittoresca scalinata nel cortile del Monte di Pietà. La scalinata venne realizzata nel 1741 su disegno dell’architetto Antonino Basile e porta al sagrato della chiesa di Santa Maria della Pietà (XVIII secolo).
8. Galleria Vittorio Emanuele III
Il nostro itinerario di 1 giorno a Messina non è ancora finito.
Siamo arrivati alla scenografica Galleria Vittorio Emanuele III. Fatta eccezione per la Galleria Umberto I di Napoli, quella di Messina è l’unico esempio di edificio con annessa galleria commerciale coperta dell’Italia meridionale.
La Galleria Vittorio Emanuele III di Messina venne realizzata tra il 1924 e il 1929 su progetto di Camillo Puglisi Allegra e decorata da Bonfiglio e Lovetti.
Al centro troverete la grandiosa cupola vetrata dove convergono i tre bracci della Galleria Vittorio Emanuele III. Dichiarata di interesse storico-artistico, la galleria rappresenta un notevole esempio di architettura residenziale e per uffici del XX secolo in stile eclettico.
9. Teatro Vittorio Emanuele II
Dopo aver passeggiato sotto la Galleria Vittorio Emanuele III ci spostiamo verso il teatro di Messina.
Il Teatro Vittorio Emanuele II è uno dei più importanti teatri siciliani, in particolar modo, detiene il primato per capienza nella regione. In delizioso stile neoclassico, il Teatro Vittorio Emanuele II fu realizzato dal napoletano Pietro Valente e inaugurato nel 1852.

Il Teatro Vittorio Emanuele II, chiamato in origine Teatro Sant’Elisabetta in onore della Regina, venne ribattezzato con il nome odierno in seguito dello sbarco dei Mille. Voluto da Ferdinando II di Borbone nel 1842, subì danni a causa del terremoto del 1908, dopo poche ore dalla rappresentazione dell’Aida di Verdi. Abbandonato per più di un cinquantennio, venne restaurato nel 1980 e nella data di inaugurazione venne riproposta l’Aida.
Sopra il loggiato è presente il gruppo marmoreo che raffigura il Tempo che scopre la Verità . Notevoli sono anche i bassorilievi della facciata, rappresentanti scene della vita di Ercole e famosi musicisti.
All’interno del teatro potrete ammirare un’opera di eccezionale valore: l’intera volta del Teatro Vittorio Emanuele II è decorato con storie tratte dal mito di Colapesce. L’opera è firmata dall’artista Renato Guttuso e copre una superficie di 130 metri quadri.
Il mito di Colapesce sulla volta del teatro di Messina è la più grande realizzata dal maestro di Bagheria, un vero e proprio capolavoro.
10. Madonnina del Porto
Proseguendo ancora un po’ più avanti lungo Via Garibaldi, arriverete al Palazzo della Prefettura, edificato nel 1920 e decorato con elementi tipicamente rinascimentali, con numerosi accenni neoclassici e liberty.
In Piazza dell’Unità d’Italia, l’ampia piazza antistante il Palazzo della Prefettura, troviamo la Fontana del Nettuno, opera sempre del Montorsoli. A breve ci focalizzeremo sull’elegante fontana, ma non prima di aver rivolto lo sguardo verso il mare dove, in lontananza, scorgiamo la Madonnina del Porto di Messina.

La Madonnina del Porto è posta su una stele votiva alta 35 metri e dal giorno della sua inaugurazione, il 12 agosto 1934, saluta e benedice le navi che entrano ed escono dal porto messinese.
La stele, con il basamento, è alta 60 metri. In alto è stato posto un globo del diametro di 2,60 metri sul quale poggia la statua della Madonnina del Porto, alta 7 metri e tanto cara ai Messinesi.
La statua della Madonnina del Porto, realizzata in bronzo dorato dall’artista messinese Tore Calabrò.
Il monumento si trova all’estremità del braccio di San Raineri, proprio al centro dell’ansa portuale. La stele poggia sul torrione dell’antico Forte San Salvatore, un Convento Basiliano fondato nel 1086 dal Conte Ruggero, successivamente trasformato in fortezza nel 1546, durante la dominazione spagnola.
Sull’enorme basamento campeggia la frase in Latino Vos et ipsam civitatem benedicimus (“Benediciamo voi e la vostra Città”).
11. Fontana del Nettuno
La Fontana del Nettuno, simbolo della divinità che offre il “suo” mare alla città di Messina, fu scolpita dal Montorsoli e completata nel 1557.
La grandiosità della fontana monumentale è un chiaro richiamo allo stile michelangiolesco (il Montorsoli fu allievo di Michelangelo Buonarroti).

Il dio Nettuno, appena emerso dal mare, brandisce con fermezza e vigore il suo temuto tridente e conduce, incatenati, i mostri marini Scilla e Cariddi.
Le sculture di Nettuno e Scilla sono copie (gli originali sono custoditi nel Museo Regionale della Città di Messina).
Con la Fontana del Nettuno, allegoria della forza della “Signora dello Stretto”, dominatrice del mare e vincitrice sulle insidie e sulle “mostruosità” che le profondità delle acque nascondono, termina il nostro itinerario di 1 giorno alla scoperta di Messina.
Cose da fare e vedere a Messina (e dintorni)
Se vi resta del tempo a disposizione per aggiungere qualche altra tappa al vostro itinerario a Messina, ecco qualche altro consiglio su cosa fare e vedere a Messina e nei dintorni.
La Vara del giorno di Ferragosto
Se state per recarvi a Messina per le vacanze estive, ricordate che ogni anno, il 15 Agosto, nella “città dello stretto” si tiene la cosiddetta la “Vara”.
Durante questa particolare celebrazione religiosa, un enorme carro votivo dedicato alla Madonna Assunta sfila per le strade di Messina.
Il carro trionfale è alto 14 metri, pesa 8 tonnellate e non possiede né uno sterzo e né un sistema di frenaggio. Viene, infatti, trainato utilizzando lungo corde di 100 metri da centinaia di fedeli scesi in strada per l’occasione. Le celebrazioni per la Vara di Ferragosto sono molto sentite tra gli abitanti di Messina.
Santuario della Madonna di Montalto
Se volete scattare qualche fotografia dall’alto a Messina oppure, semplicemente, godere della vista da un suggestivo affaccio panoramico, raggiungete il Santuario della Madonna di Montalto.
L’edificio religioso, presente sin da 1295 ma ricostruito in seguito al terremoto del 1908, è in stile eclettico con tratti gotici e romani.
Proprio davanti al Santuario della Madonna di Montalto si apre un bellissimo affaccio panoramico che abbraccia il Porto della città e lo Stretto di Messina.
Lo stretto di Messina
Chi raggiunge o lascia Messina via mare non potrà non rimanere stupefatto dalla bellezza del celebre “stretto” che prende il nome dalla città siciliana.
Lo Stretto di Messina è largo 3 chilometri e lungo 16 chilometri.
Nello stretto si incontrano due correnti opposte e per tale ragione spesso si originano dei violenti vortici e gorghi. Un tempo si credeva che nello Stretto di Messina abitassero due temutissimi mostri marini, Scilla e Cariddi.
Una curiosità: sapevate che lo Stretto di Messina è uno dei pochi luoghi al mondo dove non di rado è possibile osservare il fenomeno ottico della “Fata Morgana”?
Si tratta di un particolare effetto ottico o miraggio che inganna l’occhio degli osservatori: guardando da Messina verso la Calabria, in presenza di particolari condizioni, appare una città “sospesa” tra cielo e mare.
Taormina
Se, infine, dopo aver visitato Messina volete esplorare i dintorni, vi consigliamo senza dubbio di recarvi a Taormina.
Taormina è una delle città più belle della Sicilia Orientale ed è situata a meno di un’ora da Messina.
Per visitarla senza perdere nulla potete seguire questo pratico itinerario di 1 giorno a Taormina che comprende i luoghi più belli e i monumenti più importanti della città.