Cosa fare e vedere ad Aci Castello e Aci Trezza: guida completa per una gita fuori porta da Catania che vi porterà alla scoperta di due dei borghi più belli della Sicilia Orientale.
A pochi chilometri da Catania potete visitare un piccolo e caratteristico paesino affacciato sul mare della Riviera dei Ciclopi. Stiamo parlando di Aci Castello, un borgo marinaro famoso per le spiagge, per il castello normanno a strapiombo sul mare e per gli scenografici faraglioni situati nella frazione di Aci Trezza.
Se volete organizzare una gita fuori porta da Catania oppure visitare i dintorni della città, Aci Castello e Aci Trezza sono le mete ideali. Se avete noleggiato un’auto potete visitare entrambi i borghi in totale libertà. Se, invece, vi spostate con i mezzi pubblici, da Catania (Piazza Borsellino) potete raggiungere Aci Castello e Aci Trezza con il bus urbano numero 534.
Questa zona è molto interessante dal punto di vista turistico e, oltre ad Aci Castello, avrete la possibilità di scoprire luoghi affascinanti come appunto la frazione di Aci Trezza, il borghetto marinaro di Ognina di Catania e l’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi.
Cosa fare e vedere ad Aci Castello e Aci Trezza
Scopriamo insieme cosa fare e vedere ad Aci Castello e Aci Trezza e quali sono le cose da non perdere assolutamente nei dintorni.
Piazza di Aci Castello
Chi visita Aci Castello non può che iniziare la sua esplorazione del borgo da Piazza Castello. La graziosa piazzetta del borgo siciliano è il punto di osservazione privilegiato per ammirare il luogo simbolo di questa meravigliosa cittadina in provincia di Catania, cioè lo spettacolare Castello Normanno.
Castello di Aci
Come ci suggerisce il nome, il fulcro del borgo di Aci Castello è il castello normanno costruito con la pietra lavica dell’Etna su un promontorio basaltico proteso verso il mare, originatosi da diverse colate laviche sottomarine.
Il castello, unico nel suo genere, ha un unico accesso dalla limitrofa piazzetta. Dalla piazza di Aci Castello, infatti, parte una scala di pietra che conduce alla fortezza. In passato, in corrispondenza della scalinata, era situato anche un piccolo ponte levatoio oggi scomparso.
Originariamente il promontorio su cui sorge il castello era staccato dalla terra ferma. La fortificazione venne infatti costruita a scopo difensivo su un isolotto roccioso sul mare. Successivamente, a seguito delle numerose eruzioni vulcaniche che si sono verificate nel corso dei secoli, venne ricongiunto alla terra ferma e da allora si trova incastonato naturalmente nelle mura cittadine, proprio sulla piazza principale di Aci Castello.
Il risultato di questo fenomeno naturale e dei successivi lavori di urbanizzazione del borgo è una particolare continuità tra ambiente naturale e opere dell’uomo, che ha creato ad Aci Castello qualcosa di unico e meraviglioso.

Non si hanno notizie certe sui motivi per cui venne eretto, ma data la sua posizione strategica, sicuramente il Castello di Aci veniva utilizzato per controllare lo spazio marino circostante e le navi dirette al porto di Messina.
Nel 902 l’emiro Ibrahim dopo aver conquistato Taormina, stava per assediare anche Aci Castello. Il popolo, intimorito da un’imminente sconfitta, preferì deporre le armi e pagare gli oneri ai musulmani, che accettarono di risparmiare il paese ed abbattere solamente la fortificazione.
Nel 909, il califfo ‘al-Mooz fece riedificare il Castello di Aci per sfruttarne la sua posizione strategica. Nel periodo della dominazione araba, il borgo e le sue fortificazioni divennero un importante centro della Sicilia ionica.

L’attuale castello risale alla successiva epoca di dominazione normanna.
Durante le continue lotte tra gli Aragonesi e gli Angioini, il Castello di Aci venne conquistato da Federico II d’Aragona, che ne fece la sua residenza reale.
La fortezza, nel corso del tempo, ospitò diversi personaggi illustri. Ruggero d’Altavilla e Roberto Guiscardo sono solo alcuni degli ospiti più noti del Castello di Aci, ma per i Catanesi è più rilevante il passaggio presso il castello del Vescovo Maurizio.
L’episodio risale al 17 Agosto del 1126, quando due cavalieri che stavano riportando le spoglie di Sant’Agata in Sicilia da Costantinopoli fecero tappa nella fortezza di Aci Castello. I due cavalieri furono accolti dal Vescovo di Catania e da una folla di fedeli in festa per il ritorno delle reliquie della Santa Patrona di Catania in Sicilia. Un affresco nel Castello di Aci ricorda questo evento.
Degno di nota per quanto riguarda la storia lunga e travagliata del castello è il violento terremoto che colpi il borgo di Aci Castello il 04 Febbraio del 1169. Secondo la leggenda, proprio durante l’eruzione vulcanica dell’Etna successiva al terremoto, la colata lavica riempì il tratto di mare che separava il castello dalla terra ferma.
Fenomeni geologici similari hanno originato nelle vicinanze di Aci Castello i celebri Faraglioni di Aci Trezza. Delle colate laviche, infatti, deponendo del materiale sul fondale argilloso della zona, hanno fatto sì che delle enormi formazioni rocciose emergessero dal mare e si mostrassero nella loro maestosa bellezza. I Faraglioni di Aci Trezza sono senza dubbio tra le cose da vedere se visiterete Aci Castello.
Nel corso del XVI secolo, il Castello di Aci verrà utilizzato prima come caserma e successivamente trasformato in prigione. Tornato sotto il controllo degli Spagnoli, in seguito al terremoto del 1693 il castello, gravemente danneggiato, vivrà un periodo di lento e inesorabile declino. Solo dopo il 1800, divenuto demanio pubblico, il Castello di Aci tornò ad occupare nuovamente un ruolo di spicco nel borgo, divenendo il simbolo indiscusso del borgo di Aci Castello.
Dal 1985 il Castello di Aci è sede del Museo Civico che ospita una sezione archeologica, una mineralogica e una paleontologica con reperti che coprono un arco temporale che va dall’epoca preistorica fino a quella medievale. All’esterno del castello vi è un orto botanico dove è possibile passeggiare tra le più belle specie botaniche che caratterizzano la macchia mediterranea.
Oggi il Castello di Aci è il cuore pulsante del paese e ospita annualmente mostre, eventi e manifestazioni culturali.
Faraglioni di Aci Trezza
Durante una visita ad Aci Castello non potete assolutamente rinunciare a recarvi nella frazione di Aci Trezza per vedere dal vivo gli scenografici faraglioni che hanno reso questo tratto di costa della Sicilia orientale famoso in tutto il mondo.

Sicuramente conoscerete la leggenda del Ciclope Polifemo, raccontata da Omero nell’Odissea.
Per fuggire dalla Terra dei Ciclopi, Ulisse e i suoi compagni accecarono il gigante con un enorme bastone. Polifemo, ormai cieco e ancora dolorante, comprendendo che i suoi prigionieri lo avevano ingannato, ferito e umiliato, dall’alto di un promontorio iniziò a scagliare degli enormi massi contro le navi dei Greci che prendevano il largo.
Secondo la tradizione popolare, l’episodio narrato nell’Odissea sarebbe avvenuto sulla costa di Aci Trezza e i Faraglioni sarebbero proprio alcuni dei massi lanciati da Polifemo per provare ad affondare le navi di Ulisse in fuga.
Casa del Nespolo: la casa dei Malavoglia
Oltre ai Faraglioni, c’è un’ altra buona ragione per visitare Aci Trezza.
Anche questa volta a condurci in questo luogo è un capolavoro letterario, I Malavoglia di Giovanni Verga.
Addentrandoci tra i vicoli del centro storico di Aci Trezza incontriamo sul nostro cammino la Casa del Nespolo, un piccolo ma decisamente interessante museo.

La Casa del Nespolo si trova al civico 15 di via Arciprete Salvatore De Maria. Si tratta di una tipica casa siciliana della metà del XIX secolo coeva alla dimora della famiglia protagonista del capolavoro di Verga.
La casa-museo ospita un percorso articolato in due sezioni.
Nella sala “La terra trema” sono esposte locandine, fotografie e altri oggetti collegati alle storiche riprese della pellicola di Luchino Visconti ispirata proprio ai Malavoglia di Verga. Il film La terra trema del 1947 venne, infatti, girato ad Aci Trezza.
La seconda stanza, invece, è interamente dedicata ai Malavoglia. Particolarmente degne di nota sono le fotografie scattate dallo stesso Giovanni Verga e alcune lettere inviate dallo scrittore siciliano al fratello Pietro. In questo ambiente sono anche esposti oggetti collegati alla vita dei marinai nell’Ottocento.
Mare e spiagge ad Aci Castello e dintorni
In estate, Aci Castello diventa centro turistico e marittimo per eccellenza, le acque cristalline invitano a tuffarsi e a trascorrere una gradevole giornata in riva al mare.
Proprio a ridosso del centro abitato di Aci Castello c’è una bella spiaggia rocciosa caratterizzata da un mare particolarmente cristallino e circondata da un paesaggio mozzafiato.

Nei dintorni di Aci Castello ci sono altri tratti di costa affascinanti.
Da non perdere la costa di Aci Trezza, con piccole spiagge rocciose dominate dalla presenza dei già menzionati Faraglioni.

La bellezza del luogo, però, non è soltanto in superficie. I fondali di Aci Castello custodiscono tesori naturali che è possibile ammirare regalandosi un’esperienza nuova e divertente: perché non approfittarne per partecipare ad una escursione subacquea?
All’interno dell’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi, per la precisione nella frazione di Aci Trezza (Capo Mulini), gli appassionati di immersioni troveranno una sorpresa: un percorso sottomarino naturalistico e archeologico caratterizzato dalla presenza di 8 ancore in ferro e altri antichi reperti risalenti ad un periodo che va dal I al XII secolo a.C.
La Festa di San Mauro Abate ad Aci Castello
Chiudiamo questo elenco delle cose da fare e vedere durante una gita ad Aci Castello e Aci Trezza con la festa popolare più sentita e partecipata della zona, la Festa di San Mauro ad Aci Castello.
Il 15 Gennaio di ogni anno, Aci Castello si veste a festa in onore del suo Santo Patrono, San Mauro. Se visiterete il borgo siciliano in occasione di questa ricorrenza, potrete assistere alle celebrazioni in onore di San Mauro, davvero suggestive.
La mattina del 15 Gennaio, tra il fragore dei mortaretti e le musiche della banda, viene svelato il simulacro di San Mauro. Nel pomeriggio, accompagnato dalle grida dei fedeli (“Divoti tutti e ccu vera fidi, viva Santu Mauru”), San Mauro viene posizionato sulla “Vara” e portato in processione per il paese.
Altri momenti salienti della Festa di San Mauro sono “A calata di l’Angilu”, con la statua di un angelo che viene fatta “scendere” dal cielo nel piazzale di Porta Messina, la “Benedizione del mare” e i fuori d’artificio accesi dai pescatori sulla Marina.
Dopo aver percorso le vie del paesino in processione, in serata la “Vara” di San Mauro giunge in Piazza Castello e qui viene accolta dalla folla festante, prima di rientrare in chiesa, salutata da un tripudio di fuochi d’artificio e da decine di fazzoletti bianchi che sventolano in aria.
Le origini della Festa di San Mauro sono antichissime.
Si narra che, in una notte tempestosa, un veliero spinto dalla forza dei venti si incastrò fra gli scogli. Gli abitanti si apprestarono a soccorrere i marinai che nelle acque lottavano tra la vita e la morte per disincagliare il veliero.
Ogni sforzo risultò vano perché il vento era troppo forte e l’imbarcazione troppo pesante. Per questa ragione il capitano decise di provare ad alleggerire il peso dell’imbarcazione svuotando la stiva.
Il carico era costituito in gran parte da statue. La prima statua che marinai e Castellesi adagiarono sugli scogli fu proprio quella di San Mauro. Non appena la statua di San Mauro toccò terra, il temporale si placò e l’imbarcazione miracolosamente si liberò dagli scogli.
Questo episodio venne ovviamente percepito come un segno divino, pertanto i Castellesi chiesero ai marinai di poter tenere la statua con loro. I marinai furono ben felici di accontentare gli abitanti di Aci Castello donando loro la statua di San Mauro.
I Castellesi, salutando il veliero che si allontanava all’orizzonte al grido di “viva San Mauro“, condussero la statua in paese dando vita ad una processione spontanea e festosa. Da quel giorno ad Aci Castello si festeggia con enorme devozione San Mauro Abate.
Le cose da fare e vedere ad Aci Castello e Aci Trezza sono numerose, come abbiamo visto.
Questi due borghetti siciliani rappresentano la meta ideale per chi desidera esplorare i dintorni di Catania, immergendosi in una Sicilia più lenta, autentica e affascinante, lontano dal rumore della modernità.